Per allestire un giardino o una semplice aiuola è necessario scegliere le varietà di fiori e arbusti più adatte alle caratteristiche del terreno. In aggiunta, spesso si tiene conto del periodo e del tipo di fioritura, specie se si vuole creare un’area o un punto di particolare impatto visivo durante il periodo primaverile ed estivo.
Le opzioni, in tal senso, non mancano di certo; in commercio è possibile trovare un’ampia varietà di specie floreali ed arbustive caratterizzate da splendide infiorescenze stagionali. Una di queste è l’Erica, una sempreverde ornamentale perfetta per giardini, aiuole e punti fioriti. Di seguito, vediamo tutto quanto c’è da sapere su questa pianta e su come coltivarla.
Etimologia del nome e habitat della pianta
Il nome “erica”, a differenza di quanto si possa pensare, non ha alcuna relazione con il nome proprio “Erica”, nonostante spesso i due termini vengano in qualche modo collegati tra loro. Il primo, infatti, come riportato qui deriva dalla parola latina scelta dal botanico Linneo (“erice”); questa a sua volta è l’adattamento del greco “ereike” che vuol dire “brughiera” o “scopa”.
“Erica”, in realtà è il termine con cui viene identificato un genere di piante che comprende circa 830 specie diverse; le più comuni sono l’Erica arborea, l’Erica sicula, l’Erica scoparia (la specie utilizzata fin dai tempi antichi per realizzare scope e ramazze) e l’Erica carnea. Le prime due fanno parte della macchia mediterranea mentre le altre sono presenti tra la flora appenninica, prealpina e alpina.
Questa pianta è molto presente in Scozia, e chiunque abbia visitato o visto almeno in foto le colline delle Highlands, avrà potuto notare queste immense distese viola che ricoprono il terreno. Il fiore più famoso di Scozia ha ispirato molte leggende e lo stesso cespuglio sempreverde è ritenuta una pianta magica.
Caratteristiche botaniche
Grazie al portamento arbustivo ed alle sgargianti infiorescenze colorate (bianche, rosa e viola), la pianta di Erica ben si presta alla realizzazione di aiuole ornamentali, come spiega il portale specializzato MyGreenHelp.com.
Nello specifico, l’Erica è una sempreverde dallo sviluppo quasi cespuglioso (molti degli arbusti non crescono molto in altezza, ma formano una chioma molto densa), tant’è che può essere coltivata tanto a terra quanto in vaso, anche perché le radici non si sviluppano in profondità. Naturalmente, ogni specie presenta caratteristiche peculiari da questo punto di vista:
- l’Erica carnea ha un fusto sottile e legnoso, foglie aghiformi color verde intenso e fiori rosa raccolti in grappoli apicali; il periodo di fioritura è prettamente tardo invernale e primaverile, da gennaio a giugno;
- l’Erica sicula, invece, ha uno sviluppo arbustivo più pronunciato (in quanto può superare il metro di altezza) e si contraddistingue per le infiorescenze apicali bianche, che fioriscono all’inizio della primavera. Il fogliame è costituito da aghi di colore verde brillante;
- l’Erica scoparia è presente lungo buona parte del litorale tirrenico; si caratterizza per piccoli fiori biancastri che compaiono perlopiù a maggio;
- l’Erica arborea, infine, fiorisce tra marzo e maggio; ha un portamento eretto ma non raggiunge altezze significative. I fiori sono di colore bianco, molto simili a quelli della sicula.
Modalità di coltivazione
Come qualsiasi altra specie, anche l’Erica ha ‘bisogni’ specifici per poter svilupparsi al meglio. In primo luogo, il fondo deve essere acido; pertanto, è consigliabile misurare l’acidità del terreno seguendo quanto scritto in questa guida e, se necessario, correggere il pH con dell’apposito terriccio per piante acidofile.
Altro aspetto importante è l’esposizione al sole; l’Erica non tollera quella costante e prolungata: le foglie tendono a ingiallire quando la pianta è esposta eccessivamente alla radiazione solare. Questa specie, infatti, preferisce luoghi luminosi ma con esposizione a mezz’ombra; in altre parole, l’Erica non deve ricevere il sole per tutta la giornata, ma solo di mattina o nel tardo pomeriggio.
Capitolo innaffiatura. L’Erica soffre il caldo eccessivo ed ha bisogno di un terreno sempre umido; pertanto, le innaffiature devono essere regolari, in maniera tale da garantire sempre un adeguato tasso di umidità del fondo (evitando i ristagni). Per il resto, occorre ben poca manutenzione: dopo la fioritura è possibile modellare la chioma per ottenere o conservare la forma desiderata tagliando le cime o i rami troppo lunghi.